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Cosa vedere a Lecce

Luca

15 Aprile 2020

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Culla del barocco, Lecce offre numerose attrattive anche risalenti ad altri periodi storici. Tutte le cose che vi mostriamo qui si trovano entro il raggio di circa 1 Km dal nostro Bed and Breakfast e potete comodamente visitarle tutte muovendovi a piedi per pochi minuti.

 

PORTA RUDIAE

È la più antica delle porte di Lecce, e volge verso l’antica città di Rudiae, ormai distrutta, di cui sorgono le rovine a circa 3 Km, in direzione est. Costituita da un unico fornice (apertura di un arco), è affiancata da 4 colonne, due per parte, che sorreggono un fregio su cui sono collocate le statue dei fondatori della città. Questi personaggi, Malennio, Dauno, Euippa e Idomeneo, appartengono alla mitologia, e sono guardati dall’alto dalla statua di Sant’Oronzo, patrono e protettore di Lecce.

 

ANFITEATRO ROMANO

Dell’anfiteatro romano dell’antica Lupiae, è oggi visibile solo un terzo della struttura; il resto giace ancora sotto il pavimento della piazza sant’Oronzo, in parte realizzato direttamente nella pietra e in parte su arcate.
Misurava all’esterno 102 x 83 metri e poteva contenere 25000 spettatori, mentre l’arena era di 53 x 34 metri.

 

MONASTERO DEGLI OLIVETANI

Il monastero fu costruito nel 1174 per l’Ordine dei Benedettini Neri. Gli Olivetani ne presero possesso alla fine del ‘400 e ne trasformarono la struttura, aggiungendo nel corso del ‘500 un nuovo chiostro a colonne binate e un pozzo a baldacchino sorretto da colonne corinzie attorcigliate, mentre altre parti vennero aggiunte nel corso del 1700.

Oggi è sede del Dipartimento degli Studi storici dell’Università del Salento.

 

IL DUOMO

La prima costruzione della Cattedrale di Santa Maria Assunta risale al 1144, poco prima della fondazione del Monastero degli Olivetani. Ricostruita in stile romanico nel 1230, fu successivamente ridisegnata da un architetto leccese in stile barocco, senza alterare la precedente pianta romanica, poco dopo il 1650.
La particolarità di questa chiesa è quella di avere due facciate, delle quali quella laterale è la più ricca e ha la funzione scenica di rappresentare l’ingresso per chi giunge dal sagrato.
All’interno si trova un imponente organo risalente agli inizi del secolo scorso e dotato di 3205 canne.

 

VILLA COMUNALE

Oggi parco pubblico dotato di giochi per bambini, la Villa Comunale viene chiamata anche Villa Garibaldi, per la presenza del busto del condottiero custodito al suo interno. Quello che forse molti non sanno è che al di sotto del lastricato giace un rifugio antiaereo in uso durante la seconda guerra mondiale mentre, più recentemente, il giardino era anche un zoo, con tanto di gabbia contenente due esemplari di lupi italici, simbolo di Lecce (non a caso, ai tempi dei Romani, la città di chiamava Lupiae).
Altra peculiarità del parco è quella di essere un punto fondamentale del cosiddetto percorso delle querce leccesi, un asse immaginario orientato da est a ovest e legato al sorgere e al calare del sole. In diversi punti di questa linea, sul finire dell’800, lo scienziato Cosimo de Giorgi fece piantare alcuni alberi, ormai secolari, il più maestoso dei quali si trova in Via Marconi.

 

CASTELLO DI CARLO V

“Sul mio regno non tramonta mai il sole”
Questa frase è attribuita a Carlo V d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, Re di Napoli, duca di Borgogna, Re di Spagna, Re di Sardegna e Re di Sicilia. Quel Carlo V che qui a Lecce fece costruire un castello oltre che svariate torri costiere di avvistamento per difendere il regno dalle incursioni turche e corsare.
Il castello sorge sulle rovine di una precedente costruzione medievale e per far posto alla sua maestosità vennero demoliti il Convento dei Celestini e la chiesa di Santa Croce, ricostruiti poi in altro luogo.

 

CHIESA DI SANTA CROCE

La chiesa, oggi insignita del titolo di basilica minore, e l’attiguo convento dei Celestini furono costruiti a partire dal 1549 nell’attuale via Umberto I dopo essere stati demoliti per fare spazio al castello di Carlo V. Realizzata in più fasi, tant’è vero che la parte superiore della facciata ed il rosone riportano scolpite la data di conclusione dei lavori, 1646, rappresenta la più elevata manifestazione del barocco leccese.

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